Padre Mario Lupano Sacerdote e fondatore FIDES ONLUS
Padre Mario Lupano è stato un sacerdote e fondatore della Fides Onlus
Borgo San Martino (AL), 02 ottobre 1916 – Cornaredo (MI), 25 gennaio 1998
“Quando i popoli si incontrano nella pace, progredisce la vera civiltà”
Padre Lupano
Padre Mario Lupano nasce a Borgo San Martino, in provincia di Alessandria, il 02 ottobre 1916.
Ordinato sacerdote vincenziano il 24/02/1945, viene inviato nel 1946 a Savigliano e a Scarnafigi in provincia di Cuneo, quindi nel 1948 al seminario di San Vincenzo a Torino, con il compito dieconomo.
Si iscrive alla facoltà di diritto canonico al Laterano, ma non completa gli studi e ritorna a Torino su richiesta dei superiori per riorganizzare le strutture da destinare ai seminaristi. Successivamente viene trasferito a Chiavari.
Nel 1951 comincia il suo servizio di predicazione nelle missioni popolari della Maremma, del Delta padano, in Sicilia.
Nel 1952 partecipa ad alcune conferenze a Roma indette per riesaminare la situazione sociale ed evangelica nei territori delle bonifiche interessati da nuove migrazioni. Qui avverte l’esigenza di riorganizzare e rianimare le attività con l’intervento e la collaborazione di giovani laici.
Nel 1954, dopo la missione di Carrara a lui assegnata e da lui diretta, nasce il “Centro Missioni” per affiancare l’opera dei missionari nell’annuncio della parola di Dio.
Nel 1955 viene trasferito nella Casa della Missione di Torino.
Nel 1957 partecipa alla Missione di Milano, esperienza da cui trae ispisrazione per dare vita all’associazione “Famiglia di Maria”, un gruppo di laici votati a Dio ed al prossimo. La loro presenza ed attenzione è rivolta agli abitanti delle zone periferiche delle città.
Viene destinato come superiore prima alla Casa della Missione di Casale Monferrato (1960), poi a quella di Como (1964) dove si occupa della ristrutturazione delle chiese, della formazione spirituale dei movimenti vincenziani, del gruppo Famiglia di Maria, continuando in contemporanea la sua opera di predicazione in missioni popolari.
Dal 1970, inizia a vivere nelle case popolari della zona di Baggio (MI) dove l’anno seguente lo raggiunge il confratello Padre Angelo Barberis. Qui concepisce, progetta e realizza le iniziative a favore dei più poveri che la società moderna gli fa incontrare: persone senza dimora, giovani con problemi di dipendenze, malati, popolazioni del sud del mondo.
Nascono così le case di accoglienza: Casa degli Amici (1973), missione di Sakalalina (1973-1974), Cascina Verde (1975), Cà Nostra di Leinì (1978), Cà Nostra di Corbetta (1981), Cà Nostra di Mesero (1984), Cà Nostra di Cornaredo (1988), Casa dell’Emmanuele di Leinì (1994), Casa Carla Maria Borgo San Martino (1998).
Muore il 25/01/1998 a Cornaredo (MI) e viene sepolto a Borgo San Martino (AL).
Testimonianze di chi l’ha conosciuto
… “fede serena unita ad una serena fermezza…, Padre Lupano appare una di quelle rare persone che sanno essere buone senza essere sdolcinate, miti senza essere deboli, forti senza essere aspri. Probabilmente perché in lui opera l’ultimo frutto della contemplazione che si è fatta imitazione. Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli, conoscerete la verità e la verità vi farà liberi.” (Don Ennio Apeciti)
…”il Signore sceglie chi vuole… ha scelto Padre Mario e l’ha fatto suo Sacerdote. Il Signore conduce la nostra vita istante per istante, a tutti affida una missione…Così è stato per Padre Mario. Dio lo ha accompagnato per tutta la sua vita, gli ha chiesto un servizio totale, lo ha sostenuto in tutte le sue opere…” (Padre Angelo Barberis)
…”dove il Padre trovava tutta quella forza e quel coraggio che quotidianamente trasmetteva ai volontari e ai collaboratori? Nella corona del Rosario, nelle ore passate immerso nella preghiera del Breviario e soprattutto nel Sacrificio Eucaristico.” (Elena, volontaria)
…”un Padre che sapeva ascoltare, capire, accogliere e donare…” (Rombaky, capo villaggio di Sakalalina)
…”missionario moderno, innovatore, imprenditore, attento ai problemi del momento storico, rivolto ai poveri per una evangelizzazione innestata nel tessuto sociale, è una figura che continua ad essere ben vicina alle sue creazioni ed all’evoluzione delle sue intuizioni che si sono imposte nella realtà dei fatti continuando a produrre nuovi frutti…” (Dott. Daniele Soregaroli, chirurgo)
…”quando mi sono avvicinato… era per me un periodo molto difficile. Oggi Cà Nostra rappresenta una grande famiglia dove ci sono persone amiche che mi rispettano, mi ascoltano e soprattutto mi aiutano nei momenti più duri… la cosa più bella è che si impara ad assaporare le cose piccole e semplici riuscendo a dar loro il giusto valore… il Padre mi ha dato la possibilità di ritrovare ed esternare il sentimento più bello e grande: l’amore.” (Franco, ex tossicodipendente)
…”padre in nome del tuo essere sacerdote; padre che cerca e accoglie i figli più deboli; padre in ascolto e che sa leggere l’intimo della persona; padre che indica le meraviglie del cielo; padre e madre che continua a sostenerci per essere a nostra volta padre e madre.” (Luisa, della Famiglia di Maria)
La sua eredità…
“Evangelizzare i poveri”
È il fine dei missionari di San Vincenzo de Paoli e con questo spirito Padre Lupano aiuta i poveri a incontrare Dio, a fare esperienza della bontà, della bellezza, della vita di Dio, attento alle necessità dei più abbandonati del momento.
“La rivelazione della SS. Trinità ci ha detto che Dio è Famiglia.
Nella famiglia di Nazaret troviamo riprodotto in terra il massimo possibile della Famiglia del Cielo.
Il moltiplicarsi dell’uomo sulla terra non poteva avvenire se non in un contesto famiglia.
Essa rappresenta sulla terra la manifestazione della Trinità”
La famiglia è l’immagine chiave che accompagna il suo pensiero, il modello che ispira tutte le sue realizzazioni. Ogni volta che si incontra un nuovo bisogno, si deve pensare ad una comunità per dare una risposta concreta ed organizzata. La casa è per tutti luogo accogliente, confortevole, capace di assicurare protezione e suscitare fiducia e speranza, luogo in cui condividere, attraverso la vita di famiglia, l’esperienza della vita stessa di Dio.
“Essere povero tra i poveri per condividere…”
“…è il povero che aiuta i poveri”
“l’uomo costretto a tendere la mano, paga con prezzo incalcolabile quanto gli verrà dato”
“La povertà ha un dono segreto per chi la vive: l’abbandono in Dio…”
Lui vuole essere povero tra i poveri perché solo in questo modo si possono comprendere i disagi e le condizioni che umiliano ed opprimono le persone ed anche trovare insieme le soluzioni per cambiare e ritrovare la propria dignità. Infatti la miseria ha un doppio volto: è una povertà subita per le carenze materiali, fisiche, relazionali e spirituali, è una povertà provocata quando rende dipendenti o incapaci di usufruire dei propri diritti… Condividere qualcosa di nostro con la persona “ai margini” aiuta a scoprire le nostre povertà e fragilità e nello stesso tempo a far affiorare il meglio che è in noi. Il povero è quindi, a sua insaputa, rivelatore della verità umana…
“Quando i popoli si incontrano nella pace, progredisce la vera civiltà”
“Noi ci muoviamo, perché siamo seguaci di Gesù Cristo, perché vogliamo arrivare a Lui
e fare arrivare altri a Lui”
L’amore, la giustizia, la solidarietà, la generosità sono i principi che sostengono l’idea della cooperazione e del volontariato verso le popolazioni dei paesi lontani. Se io amo una persona cerco di arricchirla e di darle tutto quello che le occorre e che è nelle mie possibilità di dare; quindi il partire per noi ha questo scopo senza dimenticare che andare in missione significa essere pronti anche a sacrifici e disagi.
“Desidero trascorrere con i miei ragazzi il riposo eterno in attesa della risurrezione e così, con loro, quasi nascondendomi dietro loro, essere posto dagli angeli alla destra di Gesù e finalmente con loro, udire l’invito: Venite benedetti! e poterLo contemplare e amare senza fine”.