Lavorare “con” i poveri… significa
non considerarli inferiori a noi,
ma dei collaboratori.
Suppone aver fiducia… anche se
poveri, anche se nel passato hanno
fatto errori, anche se nel presente ne
faranno ancora.
Suppone mettersi al loro livello,
occorre conoscere il loro mondo,
le loro sofferenze, i loro insuccessi,
le loro umiliazioni, l’incomprensione,
la solitudine patita. Occorre conoscere
le loro possibilità e le loro debolezze
senza dimenticare le nostre.
Una virtù che permette di lavorare
con loro è l’ascolto rispettoso e
l’umiltà.